Scopri l’abitudine in cucina che molti ripetono ogni giorno senza immaginare le possibili conseguenze: pochi dettagli possono fare davvero la differenza.
In molte case italiane è un alleato indispensabile, presente nelle pentole, nei fogli per alimenti e persino nelle confezioni. Lo usiamo senza pensarci, spesso ripetendo gesti automatici tramandati nel tempo. Eppure, ciò che sembra innocuo può trasformarsi in un rischio silenzioso.
Secondo diversi studi e le indicazioni degli esperti, alcune abitudini molto diffuse in cucina potrebbero favorire l’assorbimento di una sostanza che, se accumulata, può diventare pericolosa per la salute. Capire quali alimenti evitare e quali accorgimenti adottare può davvero fare la differenza.
L’abitudine quotidiana che aumenta il rischio senza accorgersene
Il materiale più coinvolto in questa pratica è l’alluminio, diffusissimo in cucina per la sua leggerezza, praticità e versatilità. Ma proprio per il suo utilizzo così frequente, spesso si ignorano i rischi legati al contatto prolungato con determinati cibi. La biologa nutrizionista Michela Seniga di Humanitas Medical Care spiega che la migrazione dell’alluminio negli alimenti può aumentare in modo significativo quando entra in contatto con cibi acidi o molto salati. In altre parole, ciò che mettiamo in pentola o avvolgiamo nei fogli può fare davvero la differenza.
Pomodori, spinaci e barbabietole sono tra gli alimenti più noti da evitare. Ma l’elenco è molto più lungo: rabarbaro, agrumi come limoni e arance, mele, uva, frutti di bosco, crauti, succhi di frutta acidi, marmellate ad elevata acidità e salse a base di aceto sono tutti considerati a rischio. La causa è semplice: il loro basso pH e la presenza di acidi organici favoriscono la separazione del metallo dal materiale.
Non solo i cibi acidi, però. Anche quelli salati possono contribuire alla migrazione dell’alluminio, seppure in misura minore. Pesce marinato, formaggi stagionati e olive in salamoia non dovrebbero avere un contatto prolungato con l’alluminio, soprattutto se sottoposti a cotture lunghe o ad alte temperature.
Un altro punto critico riguarda la conservazione. Molti alimenti rischiosi, se avvolti nel foglio di alluminio, possono superare i limiti di sicurezza stabiliti dal Consiglio d’Europa, ovvero 5 mg/kg di alimento. Il rischio cresce ulteriormente con l’acidità o la presenza di sale.

L’abitudine quotidiana che aumenta il rischio senza accorgersene – cosediscienza.it
La differenza principale tra cibi acidi e grassi è netta. Gli alimenti grassi, come carne e pesce, tendono a generare una migrazione minore, ma la situazione cambia se vengono aggiunti condimenti acidi o salati, oppure se la cottura avviene ad alte temperature.
Anche alcune bevande dovrebbero essere tenute lontane dall’alluminio: succhi di agrumi, succhi di pomodoro, bevande a base di aceto e alcune bibite analcoliche acide come cola o energy drink, soprattutto se il rivestimento interno delle lattine è danneggiato.
Per ridurre l’esposizione, Seniga suggerisce di evitare la cottura o la conservazione di alimenti acidi o salati in pentole o fogli di alluminio. Preferendo vetro, acciaio inox o alluminio rivestito. Importante anche non utilizzare superfici usurate e, nel caso delle pentole nuove, effettuare un pretrattamento tramite bollitura.
L’alluminio può continuare a far parte della nostra cucina, a patto di usarlo con consapevolezza e di evitare l’abitudine che, senza saperlo, può esporci a rischi evitabili.
Smetti di usarlo in cucina, è pericolosissimo: l'abitudine che fa ammalare senza saperlo - cosediscienza.it






