Informatica

Questi due siti che usi sempre, rubano la tua identità e i tuoi soldi: risarcimenti record

smartphone cosa fare se cade acquaChi può usufruire dell’IVA agevolata al 4% su computer e smartphone (www.cosediscienza.it)

Due colossi del mondo digitale, sono stati recentemente sanzionati con maxi multe per un totale che supera il mezzo miliardo di euro.

Le decisioni sono arrivate quasi contemporaneamente da istituzioni di due continenti, segnando un forte segnale di attenzione verso la tutela dei dati personali degli utenti.

Negli Stati Uniti, una giuria federale del tribunale di San Francisco ha inflitto a Google una sanzione di 425,7 milioni di dollari (circa 400 milioni di euro) per aver raccolto dati personali di circa 100 milioni di utenti senza rispettare le impostazioni di privacy attivate dagli stessi utenti. La causa, avviata nel 2020 come class action, ha evidenziato come Google abbia continuato a monitorare la navigazione e le attività online degli utenti tramite il servizio “Web & App Activity” anche dopo che questi avevano disattivato tale funzione.

Per quasi otto anni, secondo la giuria, Google ha avuto accesso a informazioni sensibili raccolte da smartphone e tablet, accumulando dati in modo contrario alle promesse di riservatezza fornite agli utenti. Il risarcimento richiesto originariamente superava i 31 miliardi di dollari, ma il tribunale ha riconosciuto la responsabilità dell’azienda solo su due dei tre capi d’accusa, escludendo l’esistenza di una “malizia deliberata” e quindi escludendo danni punitivi. Google ha respinto tutte le accuse e ha annunciato l’intenzione di presentare appello.

La stangata della CNIL contro Google e Shein in Europa

Quasi in contemporanea, in Europa, la Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL), l’autorità francese per la protezione dei dati, ha inflitto sanzioni record a Google e a Shein per violazioni delle norme sui cookie pubblicitari e mancato consenso informato degli utenti. Le multe ammontano a 325 milioni di euro per Google e a 150 milioni di euro per Shein, una delle cifre più elevate mai comminate dalla CNIL.

Secondo l’ente regolatore francese, entrambe le società non hanno garantito che il consenso per l’installazione dei cookie pubblicitari fosse libero e realmente informato, e non hanno fornito indicazioni chiare sulle modalità di rifiuto dei cookie stessi. La CNIL ha imposto a Google di adeguarsi entro sei mesi, con la minaccia di una sanzione aggiuntiva di 100.000 euro al giorno in caso di ritardo. Anche Shein, che in Francia conta circa 12 milioni di visitatori mensili, è stata accusata di raccogliere una quantità significativa di dati tramite cookie non autorizzati, suscitando la risposta severa del garante.

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L’importanza strategica dei cookie nei modelli di business digitali- www.cosediscienza.it

I cookie pubblicitari sono strumenti essenziali per le aziende tecnologiche e le piattaforme online, poiché consentono la raccolta di dati sulla navigazione degli utenti, permettendo la creazione di profili personalizzati. Questi profili sono utilizzati per offrire inserzioni mirate, aumentando l’efficacia delle campagne pubblicitarie e, di conseguenza, i ricavi delle aziende. La decisione della CNIL sottolinea come la raccolta di dati senza un consenso esplicito e trasparente rappresenti una grave violazione della normativa europea sulla privacy, in particolare del GDPR.

La replica di Shein: ricorso e contestazioni

Dopo la notifica della multa da 150 milioni di euro, Shein ha rilasciato un comunicato molto critico nei confronti della CNIL, annunciando l’intenzione di presentare ricorso. L’azienda ha definito la sanzione “del tutto sproporzionata”, sottolineando di aver già adottato azioni correttive proattive e di essere pienamente conforme alla normativa vigente. Shein ha inoltre denunciato un “evidente pregiudizio” nel procedimento, lamentando che il garante abbia riconosciuto errori sostanziali nell’analisi senza però modificarne l’esito finale. L’azienda ha lamentato la mancanza di un giusto processo e di un’udienza imparziale, evidenziando che la collaborazione con la CNIL è attiva dal 2023 e che non sono stati emessi avvertimenti preliminari, contrariamente alle prassi regolatorie consuete.

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