Economia

Allarme acqua, scatta il piano d’emergenza fino al 2026: cosa cambia a stretto giro

Allarme acqua, scatta il piano d’emergenza fino al 2026Allarme acqua, scatta il piano d’emergenza fino al 2026-cosediscienza.it

Per contrastare la crisi idrica c’è un piano di emergenza in corso. Ecco in che cosa consiste e chi coinvolge

L’acqua è un bene incredibilmente prezioso, a cui è bene tenere, perché la sua mancanza è un grosso rischio per il benessere e la sopravvivenza dell’uomo. Proteggerla e attuare comportamenti atti a tutelarla è davvero essenziale. Sprecare acqua nell’oggi vuol dire rischiare di averne meno per il futuro. Questo perché vi sono periodi di siccità e l’influsso dei cambiamenti climatici non è da poco.

L’acqua non è infinita e dietro c’è un lavoro importante, ossia quello di prelevarla, renderla potabile e poi trasportarla. Tutto ciò implica che si impieghino energia e soldi. Se la si spreca, non solo crescono i costi, ma anche l’impatto che si ha sull’ambiente, è più alto.

Ne va che il risparmio e la tutela dell’acqua debbano essere prioritari, in modo da evitare problematiche serie in futuro. In questo contesto, una regione italiana ha deciso di adottare un piano di emergenza per tutelare l’acqua e combattere gli sprechi.

Piano di emergenza acqua fino al 2026: cosa sta succedendo

In Puglia è in corso una importante crisi idrica. Negli ultimi dieci anni, la portata delle sorgenti ha subìto un drastico calo, e le riserve di questo bene prezioso sono scese del 61%.

Allarme acqua, scatta il piano d’emergenza fino al 2026

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Ecco perché ne è emersa un’emergenza idrica da non sottovalutare e la Regione ha preso delle decisioni in merito. Secondo l’ordinanza del 18 dicembre 2025 da parte dell’ente governativo in questione, sono in essere divieti sull’uso dell’acqua potabile.

Non si potrà, infatti, usare l’acqua di acquedotto per l’irrigazione di giardini, prati, aree verdi né lavare cortili, piazzali, superfici esterne. Non si potranno riempire piscine private né vasche ornamentali con tale acqua. In sostanza, l’uso è destinato solo a necessità essenziali come lavarsi, bere, cucinare, o per servizi sanitari.

Ci saranno importanti controlli per assicurare acqua ai servizi essenziali, e l’Acquedotto Pugliese potrà aumentare i prelievi dalle falde sotterranee più sicure, sotto verifiche delle ASL, per un determinato periodo di tempo.

Nel frattempo, occorrerà una ricerca di risorse idriche alternative e l’obiettivo è quello di cercare nuove fonti da attivare se la situazione dovesse, purtroppo, volgere al peggio. La Regione cerca in questo modo di risparmiare acqua, assicurare ai cittadini quella potabile e tenersi pronta, nel caso in cui le criticità dovessero proseguire.

Il piano in questione, partito come da ordinanza in questi giorni, dovrebbe concludersi nell’ottobre 2026.

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